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 I Moncada Paternò Castello 
di Valsavoia 
Si ringrazia Don Pietro Moncada Paternò Castello di Valsavoia per il testo e le immagini fornite di sua esclusiva proprietà.
La Famiglia Castello di Biscari alla fine del XVI secolo e quella dei Moncada della Ferla all’inizio del XVIII secolo confluirono in ramo dei Paternò che origina da Roberto d’Embrun nel XI secolo dando origine alla Famiglia Moncada Paternò Castello dei principi di Valsavoia. 
Questa Famiglia costituisce la XV linea della Casa Paternò.
Questa nota - che riporta principalmente le informazioni tratte da un recente lavoro dello stesso autore (I Moncada Paternò Castello di Valsavoia, 2020) introduce i passaggi più salienti delle origini e la ascendenza di questa Famiglia (vedere schema genealogico in annesso).

1. Origini della Famiglia Paternò 
La Famiglia discende da tre antiche e illustri casate: Barcellona, Provenza e Altavilla.
Il suo capostipite è Roberto d’Embrun (nato intorno al 1040 e morto dopo il 1090) della Casa dei Barcellona-Provenza. Figlio di Guglielmo dei conti di Barcellona e discendente della Casa Provenza (risalente a Bosone I – nato nel 753 – e a Carlo Magno, Re dei Franchi, nato nel 742), Roberto portava dal 1062 il titolo di Conte di Embrun proveniente dalla Casa dei conti di Provenza ed era congiunto di sangue dei principi normanni (Paternò Castello, 1936-39, p. 1; AA.VV., 2016, pp. 121-125).
Dall’inizio del XII secolo con Roberto II, figlio di Costantino I primogenito di Roberto d’Embrun, la Famiglia Paternò è anche discendente dagli Altavilla (Hauteville). La dinastia reale è stata originata intorno al IX secolo da Tancredi (nato a Coutances) Conte di Hauteville (oggi Hauteville-la-Guichard) in Normandia.
Inoltre nel ramo dei conti di Barcellona (capostipite Bello – 770-820 – Conte di Carcassonne e di Rasez) cui Roberto d’Embrun apparteneva, si erano estinti i conti di Provenza.

I Barcellona estesero il loro dominio territoriale verso la Provenzadove si trovava la baronia di Embrun. Infatti, dopo la conquista della contea di Barcellona nell’801 da parte di Carlo Magno re dei Franchi, territori come quello di Tolosa furono attribuiti (nel 827) dal re ai Conti di Barcellona. Inoltre, durante tutto il tempo dell’Impero Carolingio (IX-XI secolo) la Casa Barcellona, estese il suo dominio territoriale oltre che a ovest anche a nord-est con i Conti di Provenza attraverso una politica matrimoniale (AA.VV., 2016).

2. Dai Paternò ai Paternò Castello 
Orazio Paternò, fu nominato nel 1578 erede del titolo e Stato di Biscari, armi e cognome dei Castello (si chiamò da allora "Paternò Castello"). Orazio sarà investito Barone di Biscari nel 1580 da re Filippo I di Sicilia (II di Spagna). Orazio era figlio di Angelo Francesco Paternò, Barone di Aragona, Cuba e Sparacogna che sposò nel 1553 l’ultima della Famiglia Castello (o Castelli), Francesca Castello (figlia di Giovanni II) ed erede di Ferrante Castello, VII Barone di Biscari (investitura de 1556).
Un discendente di Orazio, Agatino, ottenne che la baronia di Biscari fosse elevata a principato. Fu così investito del titolo di Principe di Biscari nel 1633 da Re Filippo III di Sicilia (IV di Spagna) per i suoi meriti imprenditoriali e lo sviluppo che diede al territorio.
Fu la prima famiglia catanese a ottenere il titolo di Principe, e tra le prime in Sicilia.
Agatino ebbe l'ardore di sposare l'unica figlia ed erede di suo fratello Vincenzo: Maria (IX Baronessa di Biscari), si sposò nel 1623 nel castello di Biscari (oggi Acate) con suo zio Agatino (1594-1675) dopo aver ottenuto la dispensa del papa Gregorio XV (Calabrese, 2009). Maria (detta Mariula), che aveva solo 11 anni quando si sposò con lo zio ventinovenne, dai 15 ai 30 anni diede a suo marito-zio ben 15 figli.
Biscari divenne Acate nel 1938, per ispirazione di uno studioso locale, Carlo Addario, e la volontà qualche amministratore illuminato del momento. Il nome di Acate è quello greco del fiume Drillo che passa nelle vicinanze di Biscari.
Oggi il titolo di Biscari, insieme a tanti altri della linea X dei Paternò, rimane nella stessa famiglia Paternò Castello, da Don Roberto (n. 1943).

4. I Castello: provenienza e arrivo in Sicilia
I Castell (poi in Italia Castelli ed anche Castello) è una famiglia della Franconia, oggi nel nord della Baviera, risalente al Secolo VIII. Il primo ceppo che si radicò in Italia nel IX secolo fu quello di Remigio, Principe di Terni e di Narvina (parte dell'Umbria). 
Remigio ordinò che il suo palazzo fosse detto Castello, da cui il nome del casato, altri autori suggeriscono che la denominazione del cognome fu assunta per il grande numero di castelli posseduti da questa Famiglia. 
Detto Remigio dovette fuggire dall'Umbria e si rifugiò in Lombardia per sfuggire a Berengario I (850-924) re d'Italia e nemico della Santa Chiesa. Da Remigio prese origini una discendenza di dieci rami.
Il primo ceppo dei Castello che giunse in Sicilia fu quello Corrado Castello che giunse a Catania nel XI secolo durante la conquista Normanna. Questo ceppo fu progenitore dei baroni di Biscari che poi si estinse nella Famiglia Paternò.
5. Come dai Paternò Castello di Biscari originò il ramo dei baroni Galizzi 
Antonino Paternò Castello (1599-1659), fratello minore di Agatino (1594-1675) I Principe di Biscari, si aggiudicò a un'asta pubblica il feudo di Galizzi nel 1644. 
Il feudo di Galizzi di qui si ha notizia sin dalla fine del 1300, si trovava lungo il torrente omonimo, vicino al lago di Pergusa (in provincia di Enna).
Ma fu suo figlio primogenito Orazio (1625-1693) che per primo per i Paternò Castello investito del titolo di Barone di Galizzi (investitura dell'1 luglio 1660) da re Filippo III di Sicilia (IV di Spagna).
Antonino Paternò Castello (1647-1709), figlio primogenito di Orazio (1625-1693), vendette la baronia di Galizzi e quella di Mandrascate a Mario Trigona Barone di Azzolina che s'investì come Barone di entrambi i feudi nel 1682. Antonino fu poi investito Marchese di San Giuliano nel 1702.
6. Dai Paternò Castello (di Galizzi) ai Moncada Paternò Castello
Gaspare Paternò Castello dei baroni di Galizzi dal 1707 assunse il cognome di Moncada - da allora dunque Moncada Paternò Castello - per impegno di eredità ricevuta dal fratello di sua nonna Margerita, Pietro Moncada dei baroni della Ferla, morto nel 1703.

Infatti, fu suo padre Tommaso (n. 1630 circa) - fratello minore di Orazio Paternò Castello (1625-1693) Barone di Galizzi – colui in quale introdusse la parentela con l'illustre Famiglia Moncada, sposando, nel 1660, Margherita Moncada dei baroni della Ferla. 

6. I Moncada: da dove originano e da dove vennero quando arrivarono in Sicilia
I Moncada (Montecateno, Montcada o Moncata) erano di origine bavarese, derivante da Dapifero figlio di Teodone Duca di Baviera. Si trasferirono nel regno di Aragona per combattere gli arabi e s'ispanizzarono nel VIII secolo d.C. per l'esilio di Tassilone, ribelle vassallo di Carlo Magno.
Si racconta che dalla loro impresa di incatenare due monti per fortificarsi e difendersi dagli assalti dagli arabi presero il nome di Montecateno, volgarmente Moncada. Il primo che in realtà si chiamò Moncada (Montcada) fu Guglielmo di Muntanyola figlio di Sunifred Visconte di Girona, che cambiò il suo cognome negli ultimi anni di vita (morì nel 1040) per l'incorporazione nel proprio feudo del castello Moncada presso il borgo di Moncada y Reixach (provincia di Barcellona).
Guglielmo Raimondo I Moncada, secondogenito di Pietro II, Barone di Aytona, territorio della Corona di Aragona, oggi in provincia di Lerida, nella regione Catalana trapiantò questa Famiglia in Sicilia dal 1298 quando, al servizio del re Pietro I di Sicilia (III d'Aragona) vi guerreggiò contro le truppe di Carlo d'Angiò in seguito alla rivolta dei Vespri siciliani (1282).
La Famiglia dei Moncada raggiunse l’auge di potere e ricchezza in Sicilia nel XVI e XVII secolo, mentre già dall’inizio del XVIII cominciò il loro declino con l’avvento delle dinastie dei Savoia, Asburgo e Borbone (in pochi anni) spagnolo dei Moncada duchi di Ferrandina e quello rimasto siciliano dei principi di Paternò, con la divisione del patrimonio dei Moncada di Siclia fra i due rami contendenti decisa dalla Real Corte nel 1751. 

7. il ramo dei Moncada baroni della Ferla 
Guglielmo Raimondo III Moncada ebbe concesso la baronia della Ferla da re Martino I nel 1395, ma nel 1396 gli fu tolta per ribellione. Morì nel 1397.
Alla morte del padre, Giovanni I Moncada e Alagona (1375-1452) successe nel 1397 nella baronia della Ferla dopo il perdono di re Martino I., e divenne pure Conte di Adernò nel 1413.
Giovanni I trasmise il titolo di Conte di Adernò a Guglielmo Raimondo Moncada e Sfonellar suo figlio primogenito, e il titolo di Barone della Ferla al suo secondogenito, Antonio Perio. 
Questa è la ragione per cui i Moncada Baroni della Ferla sono una linea cadetta dei Moncada conti di Adernò.

Da Giovanni I Conte di Adernò nei secoli successivi originarono le linee principesche principali dei Moncada di Sicilia: di Paternò (1566), di Monforte (dal 1628), di Calvaruso (dal 1628; oggi estinti), e di Larderia (dal 1690; oggi estinti).

Più tardi, un discendente, di Antonio Perio, Cesare Alfonso Moncada ultimo barone della Ferla (investito nel 1555) per la sua Famiglia, vendette nel 1573 la baronia e le terre della Ferla a Nicolò Antonio Spadafora. 
In seguito (nel 1625) il titolo di Barone della Ferla fu elevato a Marchese, che oggi è posseduto da Simone Rau.
Questo ramo dei Moncada della Ferla invece continuò a fiorire attraverso i discendenti dei fratelli minori di Cesare Alfonso Moncada, finché non si estinse con Pietro Moncada (morto nel 1703).
La baronia & feudo di Ferla esiste da prima del 1292. Il paese e territorio di Ferla si trova nella provincia di Siracusa, nel circondario di Noto, vicino a Cassaro.

8. I titoli nobiliari dei Valsavoia.
Il titolo di Principe di Val di Savoja fino al 1762 era denominato di Mazzarà, e fu ottenuto per la prima volta nel 1653 da Don Pietro Spatafora e Moncada per investitura di Filippo IV re di Spagna e II re di Sicilia dal 1621 al 1665. 
Il titolo di Principe di Mazzarà fu poi ceduto il 4 settembre del 1762 da Ignazio Migliaccio e Moncada Principe di Malvagna, e Principe di Mazzarà fino a quel giorno (Emanuele, 1775).
Quest'ultimo lo cedette a Carlo Gravina-Cruyllas La Valle e Scammacca, che ne ottenne conferma e permuta sul feudo di Val di Savoja l'8 gennaio del 1763, quando fu investitito del titolo di Principe di Val di Savoja da Re Ferdinando III di Sicilia (dal 1759 al 1816), IV di Napoli, poi incoronato come re Ferdinando I del Regno delle Due Sicilie (1816-1825). 
Carlo Gravina-Cruyllas La Valle e Scammacca, infatti, quando fu investito da re Ferdinando III di Sicilia (IV di Napoli) del titolo di Principe di Valsavoia (commutato da Mazzarà) nel 1763 era già II Barone di Armiggi (o Armicci) – investitura del 27 dicembre 1745 – e III Barone del Cugno (o Cugno di Mazzano), ma non ne prese investitura.
I 3 titoli rimasero nella stessa Famiglia Gravina-Cruyllas fino a quando Giuseppe Gravina-Cruyllas e Scammacca, V Principe di Val di Savoja, morì nel 1889 celibe e senza discendenti diretti. 
Un suo procugino, Don Paolo Moncada Paternò Castello e Crescimano (1807-1894), eredita i titoli nel 1889 come successore nel grado, cui a sua volta spettava per essere nipote di sua nonna Isabella Gravina y Cruyllas, figlia di Don Carlo Gravina y Cruyllas La Valle e Scammacca (come già visto, primo acquisitore del titolo di Valdisavoia nel 1763). 
Il figlio del menzionato Paolo, Don Francesco Moncada Paternò Castello (1855-1928), il 15 febbraio del 1906 è investito del titolo di VII Principe di Valsavoia da re Vittorio Emanuele III (Re d’Italia dal 1900 al 1946).
Da Don Francesco Moncada Paternò Castello, morto celibe e senza figli nel 1928, il titolo passò a suo nipote Don Pietro Moncada Paternò Castello (1893-1974), VIII Principe di Valsavoia. Da questi passò al suo unico figlio Vincenzo (n. 1933).


Nelle investiture regie che si sono successe nei secoli, così come nelle documentazioni bibliografiche e nell’uso abituale dei membri della Famiglia, il nome del titolo è stato riscontrato con numerose variazioni: Val di Savoia, Val di Savoja, Valle di Savoja, Valdisavoia, Valdisavoja, Valsavoia e Valsavoja. Tutte le variazioni del nome di questo titolo sembrano valide. Le versioni più in uso durante il XVIII, XIX e XX secolo sono state Valdisavoja e soprattutto Valsavoja e Valsavoia. Oggi Valsavoia (o Valsavoja, per un vezzo alla tradizione e di ampio uso) è da considerare la denominazione più corretta perché riflette il nome del titolo di principe dell’ultima investitura regia.

Il feudo di Valdisavoja (Val di Savoja, Valsavoja o Valsavoia), legato al titolo di principe omonimo, si trovava vicino il lago di Lentini (oggi lungo la strada provinciale Lentini-Valsavoia) dove è anche situato un villaggio preistorico della prima età del Bronzo.
L’ipotesi di un nesso per motivi di riconoscenza fra la baronia di Armiggi, la sezione di questa dal nome Val di Savoja, e il cognome Savoja di Vittorio Amedeo II re di Sicilia è rafforzata da un fatto meritorio di menzione: Mario Gravina-Cruyllas La Valle, padre di Carlo, fu investito nel 1715 della baronia di Armiggi – primo della sua Famiglia – proprio da re Vittorio Amedeo II re di Sicilia (1707-1720); baronia che fu poi trasmessa al figlio Carlo con investitura nel 1745 da re Carlo IV di Sicilia (III di Spagna). Carlo La Valle come visto fu investito Principe di Val di Savoja sull’omonimo feudo da re Ferdinando III di Sicilia (1759-1816) l’8 gennaio 1763.
Cavalieri del Cingolo Militare e dello Speron d'Oro.Per questa Famiglia, questo è un titolo “ereditario” che spetta a tutta la discendenza maschile dei Moncada Paternò Castello come progenie di Orazio Paternò Castello che ne fu il primo acquisitore nel 1602 per nomina del re Filippo II di Sicilia (dal 1598 al 1621), III di Spagna.
Tutti i Moncada Paternò Castello usano il titolo di Don e Donna quali appartenenti a Famiglia principesca o ducale (Real Decreto del 14 febbraio 1930).


9. Stemma, motto e cimiero di Famiglia.
Stemma:
È composta da tre immagini che si riferiscono alle armi dei Paternò, dei Castello e dei Moncada.
L’arma si descrive come segue: inquartato di Paternò Castello, e sul tutto di Moncada: I and IV quarto, d’oro con quattro pali di rosso e una cotissa d’azzurro in banda attraversante il tutto (Paternò); II and III quarto un castello d’oro murato, con tre torri merlate d’argento, su uno sfondo azzurro con la bordura scaccata di argento e di rosso (Castello); su tutto al centro uno scudetto con otto bisanti d’oro in due file su sfondo rosso (Moncada). Quindi l’arma dei Moncada è apposta “sul tutto”. “Sul tutto” si pone l’arma pura della Famiglia (Guelfi Camajani, 1940), nel nostro caso Moncada, la più “rilevante” nel senso che la Famiglia Paternò Castello, che beneficiava dell’eredità e assumeva le obbligazioni di questa, prendeva il nome e l’arma della Famiglia Moncada della Ferla, ormai, e per questo la più “rilevante”. Questo stemma, spiega bene l’unione di Paternò con Castello (XVI sec.) e della confluenza dei Moncada della Ferla che c’era stata nel 1707 da parte di quel ramo di Paternò Castello dei baroni di Galizzi, che da allora diventò Moncada Paternò Castello.



Alcune peculiarità della simbologia dello stemma 
Paternò: d’oro, a quattro pali di rosso e una cotissa d’azzurro in banda attraversante il tutto. L’arma dei Paternò è quella stessa della casata reale Aragona (d’oro, con quattro pali di rosso), oggi confluita nella casa di Borbone, al quale fu però aggiunta una cotissa d’azzurro per segnalarne la derivazione in linea secondogenita. Lo stemma è perciò identico a quello della famiglia Aragona-Maiorca, altra linea cadetta della casata Aragona, oggi estinta.
Castello: sfondo azzurro, con un castello a tre torri merlate d’argento. Il castello lo troviamo sia di colore oro sia di color argento. Inoltre, negli scudi più antichi si trova una bordura scaccata d’una fila alternata di quadratini d’argento e di rosso ai bordi del quarto dove è rappresentato il castello per essere Cavalieri ereditari del Cingolo Militare (primi Miles o Regi Militi normanni)
Moncada: otto bisanti d’oro in due file su sfondo rosso. I bisanti (grandi pani), simbolo dello stemma di Famiglia dei Moncada, è legato ad una legenda secondo il quale un Guillem de Moncada offrì sette pani al re Giacomo (Jaime) I d’Aragona (detto il Conquistatore) nel 1228 perché quest’ultimo era rimasto senza cibo durante il suo assedio alla città di Artona nell’isola di Maiorca per liberarla dagli Arabi. Il primo di questi pani il re lo divise con il Moncada, con gli altri sei riuscì a sfamare i 150 uomini della sua guardia. “Da questo miracolo presero le armi dei Moncada che formano sette pani d’oro in un campo di vermejo, tre pani e mezzo in ciascuna delle due strisce” che si trovano negli stemmi più antichi.

Motto:
Et simili semper (E sempre lo stesso).
Dato che il cognome e arma del cognome che si adotta (Moncada) prevalgono su quelli di colui che l’adotta (Paternò Castello), il motto per la linea dei Moncada Paternò Castello dei principi di Valsavoia è quello della Famiglia Moncada: “Et simili semper” (E sempre lo stesso) a scapito del motto dei Paternò “Impavidus pavidum firmo” (Coraggioso, rassicuro il timoroso)174 e di quello dei Castello (Castelli): “Allicit et terret” (Attrae e spaventa) (Almanach de Gotha, 2017).

Cimiero: 
Un leone di nero, passante, coronato e lampassato d’oro. 
Così lo descrive il Libro d’Oro della Nobiltà Italiana (Collegio Araldico, 1921; p. 516), Poiché ne assunsero arma e cognome, la descrizione del cimiero della Famiglia per la Famiglia Moncada Paternò Castello è quello della Casa Moncada.


Valsavoia, la pagina dei Moncada Paternò Castello di Valasavoia
Ramo Moncada 
dei baroni della Ferla, 
XIV-XVIII Sec. 



[1] La baronia della Ferla fu concessa da Re Martino I nel 1395 a Guglielmo Raimondo III ma nel 1396; gli fu tolta per ribellione, ma alla sua morte restituita a suo figlio, Giovanni I Moncada e Alagona, che fu investito del titolo di Barone della Ferla il 20 giugno 1397 da re Martino I. Fu investito Conte di Adernò nel 1416. Sposò Andreana Sfonellar.
[2] Antonio Perio, sposato con Isabella Speciale, ereditò la baronia della Ferla alla morte del padre (1452).
[3] Sembra che a Antonio Peiro succedette ma pochi mesi il figlio Giovanni (sposato con Pietruzza Girifalco) - San Martino de Spucches (1924-39) invece sostiene che Giovanni era il soprannome dello stesso Antonio Perio. 
[4] Peiro Ambrogio, investito il 13 luglio del 1453; sposò Elvira Cryullas dei Baroni di Francofonte  
[5] Francesco era fratello di Giovanni Giacomo. Fu investito nel 1499 (e reinvestito nel 1516) 
[6] Gaspare, che era il figlio di Francesco, fu investito nel 1519.
[7] Girolamo Moncada Cardona era figlio di Gaspare e fu investito nel 1539. 
[8] Cesare Alfonso Moncada Spadafora fu investito il 7 aprile del 1555.   
[9] Cesare Alfonso vendette la baronia e le terre della Ferla a Nicolò Antonio Spadafora nel 1573. Il ramo dei Moncada dei baroni della Ferla continuò a prosperare fino a a quando non si estinse con Pietro (m. nel 1703).
[10] Pietro Moncada dei baroni della Ferla, ultimo della sua stirpe e morto nel 1703 senza prole, trasmise per legato testamentale cognome e arme dei Moncada al pronipote Gaspare Paternò Castello di Antonio, nipote di sua sorella Margherita Moncada dei baroni della Ferla, sposa di Tommaso Paternò Castello dei baroni di Galizzi.

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